martedì 16 settembre 2008

Olocausto tolto dalle scuole in Gran Bretagna?

Appello per non dimenticare l'Olocausto


Sta circolando da qualche settimana una terribile presentazione Powerpoint, di nome Olocausto.pps, che rievoca gli orrori dello sterminio nazista con immagini che non ripubblico direttamente qui. Ne cito soltanto il testo, perché contiene un errore importante, quello che ho evidenziato in grassetto, che ne annacqua l'importanza:

Sembra impossibile

Il generale Dwight D. Eisenhower aveva ragione quando ordinò che fossero scattate foto e realizzati documenti filmati. Esattamente, come è stato previsto circa 60 anni fa…Esattamente, come è stato previsto circa 60 anni fa…

È una necessità storica ricordarsi che, quando il comandante supremo delle forze alleate, generale Dwight D. Eisenhower, vide le vittime dei campi di concentramento, ordinò che fosse scattato il maggior numero di fotografie e che fossero fatti venire gli abitanti tedeschi delle vicine città per vedere la realtà dei fatti e che fossero costretti a sotterrare i corpi dei morti.

Il motivo, lui spiegò: “Che si abbia il massimo della documentazione possibile – che si realizzino registrazioni filmate – testimonianze – perché arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”

“Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male, è che gli uomini buoni non facciano niente” (Edmund Burke)

Recentemente, il Regno Unito, ha rimosso l’Olocausto dai suoi programmi scolastici perché “offensivo” nei confronti della popolazione mussulmana che afferma che l’Olocausto non è esistito…

Questo è un presagio spaventoso sulla paura che sta attanagliando il mondo, e quanto facilmente ciascuna nazione si stia adattando

Sono passati più di 60 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Questa mail sta facendo il giro del mondo come una “catena”, in memoria dei 6 milioni di Ebrei, 20 milioni di Russi, 10 milioni di Cristiani e 1900 preti cattolici che sono stati assassinati, massacrati, violentati, bruciati e umiliati, quando Gran Bretagna e Russia guardavano in altre direzioni.

Adesso come non mai, con l’Iran (tra gli altri) che sostiene che l’Olocausto è un mito, diventa imperativo fare in modo che il mondo non dimentichi.

L’intenzione è inviare questa mail e che sai letta dal maggior numero di persone in tutto il mondo.

Aiuta a inviare questa mail, diventa un anello di questa catena, traducila in altre lingue se necessario

Non cestinarla. Ci vorrà solo un minuto del tuo tempo per inoltrarla.


Una volta tanto, questa è una catena utile a ricordare uno dei momenti più oscuri dell'umanità; uno di quelli che molti vorrebbero non fosse mai esistito e che anche per questo, oltre che per motivi ancora più patetici, negano sia esistito.

Ma è importante correggerne un errore, perché diffondere una verità frammista a bugie è inaccettabile e rischia di rendere meno credibile l'intero messaggio. Non è affatto vero che il Regno Unito "ha rimosso l’Olocausto dai suoi programmi scolastici perché “offensivo” nei confronti della popolazione mussulmana che afferma che l’Olocausto non è esistito".

Come racconta con dovizia di dettagli l'impagabile Snopes.com, la storia gira da metà aprile 2007 in inglese, e ne esiste anche una versione che la attribuisce all'Università del Kentucky perché qualcuno ha confuso la sigla UK di United Kingdom con quella della University of Kentucky. L'università ha dovuto pubblicare una smentita.

La versione riguardante il Regno Unito è fasulla perché in realtà l'Olocausto fa parte eccome dei programmi scolastici britannici. L'equivoco è nato probabilmente perché qualcuno ha interpretato male la segnalazione sul Guardian che un singolo dipartimento di storia di una singola scuola aveva tolto l'Olocausto dal proprio programma. Ma l'insegnamento dell'Olocausto è e rimane obbligatorio nel Key Stage 3 (studenti da 11 a 14 anni) nell'Inghilterra propriamente detta; nei programmi scolastici scozzesi, gallesi e nord irlandesi, invece, è facoltativo.

Allarme dunque infondato, ma l'appello fa bene a ricordare che il rischio di voler cancellare le verità scomode o troppo dolorose è sempre alto.

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